Project Shield è un servizio gratuito ideato, sviluppato e fornito da Google per la protezione dei siti dagli attacchi DDoS che da qualche anno circola in rete in una ristretta cerchia di tester.
Si torna a parlare di sicurezza in rete ed in particolare di una falla che può potenzialmente causare seri danni a tutti quei web server che utilizzano protocollo TLS e che supportano SSL.
WordPress è una delle vittime predilette degli attacchi di hacker e cracker. La presenza online di moltissime installazioni non aggiornate permette di violare facilmente innumerevoli siti web accedendo a dati riservati e contenuti più o meno importanti.
Dopo la puntata della scorsa settimana, continuiamo a parlare della sicurezza IT e delle violazioni informatiche più significative del 2015, che meglio dimostrano la varietà (e la pericolosità) degli attacchi di cui gli hacker mondiali sarebbero capaci.
Parlare di sicurezza informatica nel 2015 è sempre più difficile. A dimostrare l’incredibile varietà di attacchi ed eventi di cybercrimine è l’associazione italiana Clusit che ha stilato un rapporto contenente l’identikit dei più moderni rischi…
Cloud Computing, un termine entrato così prepotentemente nella lingua d’uso comune da dare quasi l’idea di un ladro che si intrufola furtivamente e in modo inaspettato, forse a rispecchiare la vera natura intima di questa tecnologia.
Nonostante la vicenda OpenSSL e Heartbleed interessi ormai il web dall’aprile di quest’anno, c’è ancora molta disinformazione, molti aspetti ancora poco approfonditi e alcune lacune e carenze su quanto è accaduto.
Il caso dello sviluppatore giapponese Naoki Hiroshima, possessore di un account twitter (da 36.000 followers) valutato 50.000 dollari a cui è stata rubata l’identità digitale, ha recentemente destato scalpore.
Come un fulmine a ciel sereno. I pirati informatici sono tornati all’azione, colpendo a freddo la rete delle Università Italiane. Ben 18 gli atenei messi alla frusta dall’account LulzStorm, che attraverso un file, scaricabile sia nel sito di torrent Monova che nel sito di filesharing Mediafire, ha tolto i veli ai dati privati di studenti e professori di sedi universitarie come la Sapienza di Roma, la Bocconi e il Politecnico di Milano e in atenei sparsi tra Lombardia, Piemonte, Emilia, Toscana, Puglia e Sardegna.
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